Opzione donna: guida operativa

Che cosa è? Quali sono i requisiti per poter accedere? Come presentare la domanda? Quando conviene? In questo contributo risponderò in modo esaustivo a tutte queste domande

Il decreto legge che disciplina su quota 100 e reddito di cittadinanza, collegato alla legge di Bilancio 2019, prevede, tra i diversi profili di intervento, anche la proroga di opzione donnache, giova ricordarlo, costituiva uno dei punti indicati nel Contratto di Governo. La motivazione risiede nella volontà di prevedere un ulteriore canale di uscita al segmento femminile, in una prospettiva di equità previdenziale di genere, alla luce della difficoltà che potrebbe avere nel vantare 38 anni di contributi per conseguire quota 100.

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Opzione donna: cos’è

E’ stata introdotta dalla Legge Maroni con l’articolo 1 comma 9 della legge 242/2004 e ripresa dalla Legge Fornero del 2011. Tale opzione consente alle donne di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro con qualche anno di anticipo.

Per ricordarlo, qui di seguito le regole ordinarie di pensionamento: 41 anni e 10 mesi indipendentemente dal numero di contributi versati durante l’attività lavorativa (pensione anticipata). Oppure al raggiungimento della pensione di vecchia che, differisce a seconda della tipologia di lavoratrice:

  • Età anagrafica pari a 66 anni e 7 mesi per le donne impiegate nel pubblico;
  • Ragiungimento dell’età anagrafica pari a 65 anni e 7 mesi per le donne impiegate nel settore privato;
  • Ragiungimento dell’età anagrafica pari a 66 anni e 1 mese per le donne autonome;

Mentre, attraverso l’opzione Donna, vi è la possibilità di uscire diversi anni prima. Questo qualora il soggetto decida di accettare un assegno pensione interamente calcolato con il metodo retributivo.

Tra le varie misure, introdotte e confermate dalla Lagge di Bilancio 2019, vi è anche la proroga opzione Donna.


Requisiti

Le lavoratrici conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi:

  • 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;
  • 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.

Per aderire all’opzione, la donna dovrà aver perfezionato i quisiti previsti dalla legge, ovvero:

  • Donne lavoratrici settore privato e pubblico: 35 anni di contributi e un’età non inferiore a 57 anni e 3 mesi;
  • Donne lavoratrici autonome: 35 anni di contributi ed un’età non inferiore a 58 anni e 3 mesi.

Le lavoratrici del comparto scuola e dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM), al ricorrere dei requisiti, possono conseguire il trattamento pensionistico rispettivamente a decorrere dal 1° settembre e dal 1° novembre 2019.

La decorrenza del trattamento pensionistico nonpuò essere comunque anteriore al 30 gennaio 2019.

Le lavoratrici che hanno raggiunto i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2018 possono conseguire il trattamento pensionistico anche successivamente alla prima decorrenza utile.

Come presentare la domanda?

Le lavoratrici che, al 31 dicembre 2018, hanno raggiunto i requisiti per beneficiare dell’opzione Donna, dovranno presentare domanda all’Inps.

Tali soggetti potranno avvalersi dei seguenti canali:

  • Utilizzando i servizi INPS online;
  • Tramite i Patronati e i centri di assistenza fiscale (CAF);
  • Contattando il contact center INPS

Per chi sceglie la modalità telematica sono necessarie le credenziali di accesso (PIN INPS, oppure SPID o carta nazionale dei servizi). Occorre poi seguire questo percorso:

  • Andare sulla pagina dedicata a “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”;
  • Scegliere l’opzione “nuova domanda” dal menù di sinistra e poi selezionare la voce relativa alla tipologia di domanda che si presenta;
  • a quel punto selezionare l’opzione “per la pensione anticipata c.d. Opzione donna”;
  • proseguire cliccando su: “Pensione di anzianità/vecchiaia” > “Pensione di anzianità/anticipata” > “Contributivo sperimentale lavoratrici”;
  • infine selezionare, in tutti e tre i casi, il Fondo e la Gestione di liquidazione.

Gli effetti della decurtazione

Vediamo adesso quale è la decurtazione dell’assegno per le lavoratrici che optano per il regime “opzione Donna“. Per effetto del passaggio al sistema di calcolo contributivo è previsto una decurtazione sull’assegno che oscilla intorno al 25% – 35%, rispetto all’ultimo stipendio percepito.

Qui di seguito la tabella ipotizza l’impatto sull’assegno dell’opzione donna, esercitata da 4 tipi di lavoratrici.

Come si evince dalla tabella, il taglio varia a seconda di alcune variabili: età delle lavoratrici, caratteristiche di carriera, retribuzione ed anzianità contributiva maturata alla data di accesso al regime. L’entità della riduzione varia a seconda delle caratteristiche personali delle lavoratrici. In primo luogo, il fattore chiave è la loro carriera contributiva.

Possiamo dire che, più la lavoratrice vanta una carriera anticipata, più la riduzione sarà minore.

Mentre maggiore è l’anzianità contributiva al 31 dicembre 2018, più elevata sarà la riduzione dell’assegno pensionistico.

Consulenza

Possiedi i requisiti al 31 dicembre 2018 per aderire all’opzione Donna ma stai valutando se ti conviene?
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