La pianificazione patrimoniale va oltre l’obiettivo di gestire il proprio patrimonio attuale. Pianificare significa anche gestire le volontà manifestate nel testamento.
Questa forma di pianificazione si compone di una serie di azioni legali strutturate in modo tale da consentire alla persone di conservare i beni, esercitare il controllo su come dividere le proprietà ed il trasferimento alla prossima generazione.
Molti credono ancora oggi che la pianificazione patrimoniale sia riservata soltanto ai più ricchi. In realtà, invece, tutti coloro che possiedono una proprietà, o che hanno risparmiato denaro in un conto bancario gestiscono un patrimonio (piccolo o grande che sia). Queste persone, quindi, devono in un ottica futura gestire un’eredità e quindi individuare in che modo e verso quali soggetti distribuire il proprio patrimonio.
Oggi, un’adeguata pianificazione patrimoniale (ed immobiliare) è molto importante per diversi motivi. Prima di tutto perché semplifica la vita agli eredi, che non avranno problemi ad accedere ai beni ereditati dal de cuius. Inoltre, con il supporto di studi legali specializzati è possibile strutturare i suoi beni in modo tale da non correre il rischio di perderli causa malattie, fallimenti, divorzi incidenti, etc.
Vediamo, quindi, l’importanza del testamento nella pianificazione patrimoniale.
Indice
Quali sono i maggiori pericoli per il patrimonio?
L’eredità delle famiglie deve affrontare sempre più pericoli. E il più preoccupante di tutti sono le tasse. I governi hanno aumentato le tasse sui patrimoni, le successioni e le imposte sul reddito, nel corso degli anni.
Le imposte sulle successioni e donazioni, l’Imu, ma anche l’IVIE e l’IVAFE per i patrimoni esteri sono l’esempio classico di come la variabile fiscale influenzi il valore di un patrimonio.
La combinazione di questi tre oneri fiscali può influire in modo significativo sul tuo patrimonio “netto“.
Altre minacce al patrimonio sono le attività congelate in caso di morte di una persona e possibili conflitti coniugali o contenziosi sul trasferimento di attività.
Gli esempi a supporto dell’affermazione di cui sopra abbondano. Quante storie abbiamo letto di famiglie coinvolte in scandali, disputando in tribunale il patrimonio lasciato da una persona deceduta?
Pensa al caso di Jeff Bezos, proprietario di Amazon, che ha dovuto dare miliardi di dollari della sua fortuna alla sua ex moglie, dopo aver scoperto la sua infedeltà.
Queste sono storie di persone molto ricche, ma il contenzioso per la pianificazione patrimoniale riguarda tutti i livelli della società. Per questo motivo ti consiglio di pensare per tempo anche alla tua situazione personale ed al tuo patrimonio.
Come fare una corretta pianificazione?
Di fronte alle crescenti minacce, è essenziale intraprendere azioni in modo che le risorse siano strutturate nel miglior modo possibile.
Come farlo?
La strategia utilizzata dovrà essere personalizzata, poiché non tutte le persone hanno lo stesso budget o hanno gli stessi beni o bisogni.
Inoltre, alcune strutture di pianificazione sono generalmente più appropriate per sostenere la costruzione del patrimonio; mentre altre funzionano meglio per la trasmissione intergenerazionale del patrimonio.
In questo articolo voglio concentrare la mia attenzione sull’importante ruolo che il testamento gioca nella pianificazione patrimoniale della famiglia.
Come avrai capito si tratta di uno strumento giuridico che, se utilizzato per tempo, consente la migliore trasmissione intergenerazionale del proprio patrimonio.
Vediamo meglio di che cosa sto parlando.
Il Testamento come strumento di pianificazione patrimoniale
L’art. 587 del codice civile definisce così il testamento:
“Il testamento è un atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse”
art. 587 cc
Il testamento rappresenta l’unico strumento possibile per poter disporre dei propri beni dopo la morte.
Sono quindi prerogative essenziali del fare testamento, garantite dalla legge, la libertà e la revocabilità.
La libertà di disporre dei propri beni per testamento è totale solo in mancanza di familiari prossimi. Se invece il testatore ha parenti stretti, può disporre per testamento solo di una parte del proprio patrimonio.
La libertà del testatore è garantita dalle norme che vietano:
- I “patti successori” (ogni disposizione successoria contenuta in un contratto o legata a disposizioni successorie di altri è nulla);
- Il ”testamento congiunto” (atto unico con il quale due persone dispongono in favore di un terzo);
- Il “testamento reciproco” (atto unico con il quale due persone dispongono dei propri beni in modo simmetrico, ovvero uno a favore dell’altro).
Considera che il testamento può essere revocato in ogni momento, senza alcuna limitazione. Nessuno può rinunciare alla facoltà di revoca e ogni clausola o condizione posta alla revocabilità è nulla.
Il testamento è un atto personale, non può cioè essere redatto da terzi o da un rappresentante.
I tipi di testamento
Il nostro ordinamento giuridico prevede tre forme ordinarie di testamento, cui poi si aggiungono i cosiddetti testamenti speciali:
- Il Testamento Olografo: è la forma di testamento più semplice. Per redigerlo è sufficiente scrivere di proprio pugno le disposizioni di ultima volontà su qualunque foglio, datarle e sottoscriverle;
- Il Testamento Pubblico: prevede la presenza di un Notaio. Per redigere un testamento pubblico è opportuno recarsi da un Notaio, il quale, alla presenza di due testimoni – metterà per iscritto le volontà dichiarate;
- Il Testamento Segreto: è un tipo di disposizione poco frequente. Si tratta di un testamento di cui il Notaio e i testimoni ignorano il contenuto. Alla presenza di due testimoni il Notaio riceve il testamento, che può essere sigillato dal testatore stesso o dal Notaio al momento del ricevimento.
Come anticipato, oltre a queste tipologie di testamento esistono anche i Testamenti Speciali. Si tratta di testamenti ai quali si ricorre solo quando non è possibile redigere un testamento ordinario. I testamenti speciali prevedono una semplificazione delle formalità ma la loro validità è limitata.
La quota disponibile nel testamento
Il concetto di quota disponibile, in riferimento alla successione mortis causa con testamento, deve analizzarsi contestualmente valutando la c.d. “successione necessaria” o “legittima”.
Quest’ultima è quella quota della massa di beni che, anche contro la volontà del defunto, è destinata per legge al coniuge, ai figli e, in assenza di figli, agli ascendenti (ovvero ai genitori e ai nonni del defunto).
Occorre da subito evidenziare che la presenza di figli, dunque, esclude la legittima degli ascendenti.
Il diritto alla quota di legittima è quindi in grado di contrastare la volontà del testatore, il quale vede – ex lege – comprimersi la propria facoltà di disporre dei proprio beni per testamento, con conseguente diminuzione della quota di proprio patrimonio “disponibile”.
Per calcolare, dunque, la quota disponibile si dovrà verificare anzitutto l’esistenza di eredi “legittimi” (ovvero coniuge, figli, e in mancanza di questi, ascendenti).
In assenza di eredi legittimi, la quota disponibile sarà priva di limitazioni, e dunque pari al 100%. Il testatore potrà pertanto operare come meglio crede, senza limitazione alcuna.
Qualora vi sia qualche successore legittimo invece, per procedere al calcolo della disponibile, bisognerà considerare due fattori: ovvero, da un lato, la “massa” su cui calcolare la quota di legittima, e dall’altra l’ampiezza della quota medesima o delle quote medesime.
La massa
Essa non corrisponde semplicemente ai beni caduti in successione (ovvero all’asse ereditario) ma dovrà altresì rientrare quei beni eventualmente donati.
La massa, dunque, è composta dai beni ereditari e dai beni donati da parte del defunto.
In ogni caso, il valore della massa (e dunque anche il “peso” dei beni eventualmente donati) deve essere calcolato in riferimento al momento della apertura della successione (e non in riferimento al momento in cui i beni sono stati donati).
Le quote degli eredi necessari
Le quote degli eredi legittimi cambiano a seconda del numero e del grado dei medesimi.
Di seguito le possibili ipotesi:
- Un coniuge senza figli e senza ascendenti: la quota spettante al coniuge è pari al 50% della massa. La quota disponibile è dunque pari al 50% della massa;
- Un coniuge e un figlio: la quota spettante al coniuge è di 1/3, così come quella spettante al figlio. La quota disponibile sarà dunque del restate terzo;
- Un coniuge e più di un figlio: la quota spettante al coniuge è di 1/4, mentre i figli – indipendentemente dal numero – concorrono a dividersi 1/2 massa (se dunque i figli saranno due, spetterà a ciascuno un quarto della massa; se sono tre, spetterà a ciascuno un sesto; se sono quattro, un ottavo ciascuno, eccetera). La disponibile, in tal caso, è pari ad 1/4;
- Un coniuge senza figli (o nipoti) ma con ascendenti: 1/2 massa spetta al coniuge, 1/4 spetta ai vari ascendenti. La disponibile è dunque di 1/4;
- Un figlio senza coniuge: la sua quota di successione necessaria è pari al 1/2 della massa, e dunque la disponibile è pari al restante 1/2;
- Due o più figli senza coniuge: spetta loro, proporzionalmente, una quota pari a 2/3 della massa, determinando così una quota disponibile pari 1/3 della massa;
- Ascendenti senza coniuge: la legge riserva loro una quota di successione necessaria pari ad 1/3, e dunque la quota disponibile sarà pari a 2/3.Questo ulteriore e concorrente diritto di godimento (ovvero il suo controvalore economico) grava per intero sulla quota disponibile (articolo 540 codice civile). Il calcolo, deve poi tenere conto del valore dei beni al momento della successione, e non quello dell’eventuale donazione (anche se avvenuta decenni prima dell’apertura della successione).
Ulteriori considerazioni
Si dovrà comunque considerare che il coniuge superstite ha, in ogni caso, il diritto di abitazione sulla casa destinata a residenza di famiglia e il diritto di uso su beni mobili in essa presenti. Questo ulteriore e concorrente diritto di godimento (ovvero il suo controvalore economico) grava per intero sulla quota disponibile (articolo 540 codice civile).
I fratelli e le sorelle, non rientrano tra gli eredi necessari e dunque non hanno riservate quote di legittima.
Il calcolo concreto del valore della quota disponibile può risultare complesso, soprattutto riguardo all’esatta determinazione della massa che, come visto, deve tenere a mente anche la parte delle donazioni effettuate in vita, oltre che dell’asse ereditario.
Il calcolo, deve poi tenere conto del valore dei beni al momento della successione, e non quello dell’eventuale donazione (anche se avvenuta decenni prima dell’apertura della successione).
L’importanza della redazione del testamento per la propria tutela patrimoniale futura
In questo articolo ho cercato di farti capire quanto anche attraverso un testamento sia possibile effettuare un’adeguata pianificazione patrimoniale futura dei propri beni.
Naturalmente il testamento dispone per l’avvenire, quindi, questo non è sicuramente lo strumento giuridico migliore per tutelare i propri beni da possibili azioni di terzi, ma piuttosto, per disporre il futuro passaggio dei propri beni.
Qual è, quindi, la soluzione più appropriata per la propria tutela patrimoniale?
Come ho cercato di farti capire, le esigenze di ciascuno sono diverse. I bisogno e le necessità di tutela posso cambiare da persone a persona. In questa analisi ti ho parlato del testamento, ma in altri articoli vedremo insieme altri strumenti di tutela del patrimonio.
Tieni conto che, comunque, per rispondere a questa domanda, è necessario che uno studio legale e commerciale specializzato nella pianificazione patrimoniale analizzi i suoi beni in modo tale da soddisfare le vostre specifiche esigenze legali.
Se sei all’inizio della tua vita professionale o imprenditoriale, meglio ancora, è indispensabile pianificare tutto in anticipo per evitare i costi di trasferimento di proprietà, marchi, attività, ecc.
Contattaci se vuoi che analizziamo la tua situazione personale nell’ottica della pianificazione patrimoniale.
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